Cari Soci e Socie, affiliati e amici del Club Alpino Siciliano,
nel 2022 compiremo 130 anni di esistenza.
Tante sono state le imprese fatte da questo Sodalizio, nato in reale “autonomia” e non come “costola di”, come alcuni erroneamente credono. Abbiamo costruito Rifugi, bivacchi, Ostelli della Gioventù, restaurato Castelli e monumenti, fatto spedizioni in varie parti del mondo, fatto conoscere i Monti di Sicilia a intere generazioni di siciliani, sviluppato turisticamente le Madonie in perfetta sinergia con gli Enti Locali e Regionali, difeso la natura dagli attacchi selvaggi di speculazioni e degrado (marce per Monte Cervi, Lo Zingaro, Pantalica e Vendicari), sviluppato gli sport invernali e legati alla montagna in Sicilia, stretto relazioni internazionali con altri analoghi organismi.
Tutto ciò portando in alto il vessillo dell’ “esser siciliani”, di avere una storia “isolana” da raccontare, legata alla Sicilia e alle sue montagne.
La longevità di un’associazione come quella descritta non è cosa di tutti i giorni.
Non si fonda un Ente Privato Morale e lo si fa esistere per 130 anni così facilmente. Negli Stati Uniti o anche nel resto del Mondo democratico le Istituzioni, ben prima di un simile anniversario, avrebbero elevato il Club Alpino Siciliano a “bene collettivo” da tutelare con leggi specifiche, da esibire non come “cimelio” obsoleto, ma come “testimonianza” vivente di una città, di un territorio, alla stregua di un’Istituzione stessa.
Eppure, in Sicilia, accade che la Regione, dopo 60 anni di “ottimi” rapporti costruttivi di collaborazione col Club Alpino Siciliano, si dimentica di questo “bene” montano turistico/culturale e decide, inaspettatamente, di revocare le concessioni contratte nel tempo col Sodalizio. Tali atti avevano consentito al medesimo la costruzione di alcuni dei suoi rifugi strategici e questa azione, di fatto, sta minando alle basi parte di quel patrimonio morale, materiale e immateriale al tempo stesso, che il Sodalizio è riuscito a realizzare nel corso dei suoi primi 100 anni con grande impegno e sacrificio di chi ne è stato protagonista.
E quindi, snobbando in pieno le proposte ed i suggerimenti del Sodalizio per la riorganizzazione e l’aggiornamento di questo patrimonio di rifugi e bivacchi da esso costruiti in funzione di incrementarne l’apertura al nuovo turismo montano sostenibile che si sta sviluppando sempre più in questi anni, e, soprattutto nuovamente rivolto al territorio ed all’associazionismo, si preferisce smembrare e disarticolare questa rete “omogenea” di 12 Rifugi, nati tutti dalla stessa mano e con la stessa “visione” comune, ovvero quale frutto di un prezioso binomio istituzionale “privato/pubblico”, rivolto al rispetto dell’ambiente e sostenibile, con una conduzione di “volontariato puro” e scevro di qualsiasi benché minimo interesse economico.
Sfugge la logica di queste decisioni.
Trincerarsi dietro norme che emana la stessa Regione non aiuta a mostrare il piano di sviluppo che i suoi vertici perseguono. Ancora una volta, purtroppo, sembra che la valorizzazione di beni culturali e ambientali “a costo zero” si riveli troppo “economica” e pertanto “povera”, mentre, da quanto si apprende dai giornali in queste ore, si preferisce puntare su noti e costosi piani di sviluppo turistico di massa i cui esiti attuali ne annunciano triste fallimento (mascherato parzialmente dall’avvento del Covid-19), al posto di un turismo consapevole e di “nicchia” come quello che i Monti e le aree interne di Sicilia dovrebbero naturalmente perseguire per vocazione, da incrementare progressivamente con oculate operazioni di marketing e di turismo esperienziale.
Questa decisione dell’Amministrazione Regionale spinge pertanto il Sodalizio, suo malgrado, a perseguire le vie legali che gli consente la legge per far valere le proprie ragioni, che ritiene di possedere, rivolgendosi al TAR per un parere. Al tempo stesso, seppur cosciente delle difficoltà scaturite dalle modificate abitudini dei cittadini siciliani nell’aggregarsi in associazioni, annoverando comunque tra i propri Soci professionisti, professori universitari, imprenditori, uomini di cultura, sportivi e volontari appassionati, dediti al mantenimento in vita del Sodalizio, all’attività montana, escursionistica e culturale e alla manutenzione dei rifugi di proprietà, continuerà la sua opera di Ente Giuridico per il Turismo Montano, nell’attesa di ritrovare quell’intesa di cooperazione istituzionale che, al momento, appare smarrita.
Il Club Alpino Siciliano
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